L’EPICA DELLA DETERSIONE PERFETTA

Prologo. Qualche tempo fa ho fatto una scoperta raccapricciante. Ho rinvenuto tracce di BB Cream sulla federa Ikea del mio guanciale (guanciale) e sono rimasta pietrificata. Perché quello strano fenomeno aveva una sola spiegazione. La fase finale della mia beauty routine, la delicatissima fase deputata alla Rimozione del Trucco, la sera prima, non era stata completata con successo: le salviette struccanti Acqua alle Rose Roberts avevano fallito la loro missione.

Non riuscivo a crederci. Ma come, dopo anni di tronfia superiorità millantata con chiunque non ne facesse uso, perché io utilizzavo le salviette struccanti, perché ero pratica, perché la chimica è l’ultima vera avanguardia che ci sia rimasta, perché funzionano altrettanto bene del latte detergente/struccante – adesso mi trovavo davvero a dover ammettere davanti a un cuscino sporco che era stata tutta una drammatica, colossale BALLA?

Sì, mi trovavo davvero a dover.

E quindi niente, in modo a dir poco picaresco, è cominciata l’epica dei Latti detergenti (latti: sì, si può dire, ho verificato) e dei tonici e degli eye make-up remover.

Piccola digressione pre-linciaggio mediatico. L’uso delle salviette era in parte motivato dal fatto che la superficie della mia faccia non è mai stata pesantemente ricoperta di trucco. Uno strato leggerissimo di BB Cream opacizzato con un velo di cipria come base, poi due mani di mascara e eye-liner. Stop. Non so nemmeno se il processo che ho appena descritto si possa effettivamente definire maquillage. Voglio dire, sappiamo tutte che stendere l’eye-liner sulla palpebra si rivela più un esercizio zen di calligrafia, che un gesto di vanità vero e proprio. (Dalla fermezza di quel minuscolo tratto della mano – ~ – io capisco che tipo di giornata mi aspetta, è un indice umorale: è rito, non teatro.)

L’Epica della Detersione Perfetta. E così mi sono avventurata in profumeria e ho cominciato a guardarmi attorno con profonda umiltà alla ricerca di prodotti che facessero al caso mio.

La scelta è caduta sulla linea Clarins. Essenzialmente perché, se accostati con grazia, il flacone del Latte e quello del Tonico mi suscitavano sensazioni cromatiche più interessanti. Per farla breve, li ho scelti per il colore dei flaconi. Secondariamente, perché insieme c’era in regalo un’enorme busta portatrucchi che non utilizzerò mai e un flaconcino irrisorio di struccante bifasico per occhi (con molta probabilità l’unico prodotto che mi servisse davvero).

Quindi mi sono portata a casa il paccozzo promozionale, e dopo qualche ora si era fatta sera e mi sono decisa a provarli.

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Epilogo passibilmente serio. Com’era prevedibile, si sono rivelati tutti degli ottimi prodotti. Lo struccante bifasico (1) fa il suo sporco lavoro – non è eccessivamente oleoso e rimuove tutta la poltiglia nera dalle orbite con estrema efficacia – ma ha soprattutto il grande pregio di arricchire la vita di un gesto di alto valore simbolico, lo shakeraggio emulsionante. Il Latte (2) ha una formula molto fresca (è alle erbe alpine), gradevole ecc. Il Tonico (3) – ecco, il Tonico è stato una vera e propria rivelazione. Appena ho svitato il tappo, il suo profumo mi ha mandata in estasi. Mi sono lasciata travolgere da un’ondata dolcissima di ricordi infantili. Insomma, un tonico-madeleine, per viaggiare a ritroso nel tempo a comando. L’ingrediente caratterizzante è la camomilla, ma ogni volta che lo annuso, io ci sento soprattutto una base di acqua di Colonia, un’acqua di Colonia appena appena più dolce, delicatissima. Profuma di bambole e pettini. Mi piace tanto.

Prima di andare a letto mi tampono la pelle del viso con un dischetto di cotone imbevuto di tonico-madeleine, e poi ci applico sopra la crema idratante Tirami… su! (4) della Be Chic, quella “con semi di mela ed estratto di ginseng” (a margine: sono anni, anni!, che le creme Be Chic, con quei loro colorini improbabili, mi girano per casa e, giuro, ho sempre pensato si trattasse di qualche sottomarca al limite della cineseria – poi con stupore l’ho vista comparire qua e là, sempre con maggior frequenza, ho visitato il sito e ho realizzato che si tratta di una linea di cosmetici coi fiocchi, rigorosamente made in Italy, il che mi ha tranquillizzata non poco, visto che da anni la uso regolarmente. Di creme viso così leggere e a rapido assorbimento non ne esistono molte in circolazione).

Devo dire, a titolo di conclusione, che ai prodotti per il make-up, ho sempre preferito di gran lunga quelli per la cura della pelle, in parte perché la pelle è un mio punto di forza, in parte perché mi piacciono le carezze, almeno credo. Stendere una crema sul viso mi rilassa in modo incredibile. Ne ho già puntate un paio di nuove da provare. Magari ve ne parlerò più in là.

IN TEORIA

In teoria ci sarebbero molte cose da fare. Offline, intendo. Ci sarebbe da mettere in circolazione per l’ennesima volta il mio CV qui in città, ci sarebbe da preparare un esame di Storia dell’Architettura, da seguire come uditrice un corso universitario di Museografia o di Giornalismo o di Semiotica dell’immagine, da recensire qualche mostra fiorentina per la rivista di arte contemporanea con la quale collaboro. Ci sarebbe da lavorare al quasiromanzo, ci sarebbe da leggere almeno uno dei tomi che mi ero ripromessa di smaltire quest’anno (a scelta: L’uomo senza qualità/Infinite Jest/Le Benevole). In teoria ci stiamo preparando a farle tutte, queste cose. In pratica non le stiamo facendo.

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Poi c’è il blog.

Sta andando bene/benino/male? Boh. Chi sono io per giudicare.

Ultimamente mi sono giocata un paio di cartucce come beauty blogger da strapazzo. Con molta auto-ironia, certo, perché sono la prima a chiedersi cosa diamine c’entro io col rutilante mondo del Make up. Signore, sono solo una metodica consumatrice di prodotti beauty. Non un’esperta del settore. Non so nemmeno leggere l’etichetta dei cosmetici che acquisto, quindi, vedete un po’ voi.

E’ chiaro, sto tergiversando. La verità è che sono ancora alla ricerca di un modo per parlare con voi, Impavidi Lettori, di libri. Un modo che sia il meno possibile palloso e bookish. Perché la letteratura è tutt’altro che pallosa, ma il format che adottiamo per riferirne spesso lo è. Quindi, un modo che sia mio.

Devo mettere a punto una strategia di qualche tipo.

(to be continued)

YELLOW STAINS

Questo post segna una piccola svolta personale. Grazie al provvidenziale aiuto di Noemi di Jump into the beauty – attentissima beauty trend setter, nonché blog master di tutto rispetto – che ringrazio di cuore, ho finalmente capito come spargere pixel ad ogni latitudine, cioè in che modo aumentare le dimensioni delle immagini. Signorine, andate tutte a lustrarvi gli occhi sul suo blog (poi magari tornate qui a leggere i miei deliri di onnipotenza). Bom. Cosa stavo dicendo? Ah, sì. Vi dicevo che questo post segna una svolta. Ebbene, dopo tre anni di inattività comatosa, la nostra Ophelma si è finalmente decisa a rispolverare la sua turbo-reflex. Quindi da un momento all’altro potremmo assistere a un sensibile incremento qualitativo delle immagini di questo blog, finora scattate svogliatamente con lo smartphone. Cose belle che succedono. Veniamo adesso a noi, Impavidi Lettori.

“Sei una fumatrice, vero? Hai le unghie… gialle.”

Questa è un’osservazione carinissima che mi fece candidamente una-persona-che-per-suo-volere-da-adesso-in-poi-non-potrò-più-nominare-in-alcun-modo-su-questo-blog al nostro primo appuntamento.

Per carità, io apprezzo molto la sincerità, l’essere diretti, senza peli sulla lingua – ma caaazzo.

Quando me lo disse, avrei voluto morire.

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Ammetterete che le unghie poco curate sono il non plus ultra del Degrado, dello Squallore, dell’Abbrutimento Totale e Senza Redenzione. Quasi peggio dei capelli da lavare, sebo effetto gel e i solchi della spazzola ben incisi sul cranio (scusate l’immagine disgustosa tratta direttamente dalla mia scanzonata pre-adolescenza).

Sentirsi dire una cosa del genere ti fa provare la sensazione di essere lurida dentro. Perché non si è aperto un crepaccio nel terreno e non ci sono, plop, finita dentro, e basta? No, ho dovuto trovare il modo di convivere con questa osservazione.

Successivamente ho passato notti insonni nel tentativo di ricostruire l’eziologia dell’immondo squallore che mi portavo addosso.

Il Pueblo.

Il Pueblo, che fumavo all’epoca, mi aveva devastato le unghie di mani e piedi (be’, non esageriamo: ho imparato ad accendere pressoché in qualsiasi condizione meteorologica, posturale, performativa, ma l’abilità di reggere la sigaretta con i piedi ancora non l’ho sviluppata. Ci lavorermo).

Che poi non è vero che ho tutte le unghie ingiallite. Soltanto una, quella dell’indice destro. Che poi non è gialla. Innominabile, mica è gialla, vedi? È semplicemente, come dire, necrotizzata. Cosa vuoi che sia. Hahahhaaha.

Merda, ho l’unghia necrotizzata!

Comunque. Da quel momento ho cominciato a smaltarle senza pietà.

Io che ho sempre detestato gli smalti (perché devo avere un rapporto così difficile coi cosmetici?), ho dovuto imparare a farmeli piacere.

Adesso, passati tre anni, li amo morbosamente.

E sì, ne ho tanti.

Posso fare la figa, e dirvi quali sono quelli che al momento mi piacciono di più, come se trepidaste per saperlo?

Ma certo che posso, sono qui all’uopo.

Tadaaan!

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Ecco la mia attuale palette, ve li elenco da sinistra:

  1. Maybelline Color Show – 357 Burgundy Kiss
  2. Chanel Les Beiges Le Vernis – 663 Lovely Beige
  3. Kiko Nail Lacquer Power Pro – 36 Acquamarina
  4. Pupa Lasting Color Glossy Nail Polish – M049 (?)
  5. L’Oréal Color Riche Les Blancs – 851 Nouvelle Vague
  6. Essence The Gel Nail Polish – 37 Serendipity

Non ho le necessarie competenze per farvi una recensione dettagliata. La mia conoscenza degli smalti è puramente empirica e sperimentale. Quello che personalmente chiedo a uno smalto è: facilità di stesura, fissaggio relativamente rapido, durata (niente top coat da queste parti).

Come potete constatare sono una capra. Cultura beauty zero.

Schermata 2015-09-16 alle 17.55.23

E comunque, lasciatemelo dire, le prime a lanciare gli smalti colorati sono state le Guerriere Sailor. Guardate che è vero!

Schermata 2015-09-15 alle 14.46.15